Di sicuro ricorderete tutti che il ventidue settembre scorso è stato indetto il Fertility Day. Qualcuno seduto comodamente sulla sua poltrona di pelle nel suo ufficio collocato all’interno dei Palazzi che contano ha avuto questa geniale idea. Lungi da me il fare politica – anche perché per inciso per me la politica, quella con la P maiuscola, quella che faceva lottare per un ideale, è morta e sepolta – ma la mia domanda credo sia lecita: questo qualcuno non aveva di meglio da fare?
A parte il fatto che non capisco questa moda di proclamare un “Day” per qualsiasi cosa ( Election Day, Family Day per non parlare del Carbonara Day e per ultimo il Tiramisù Day )
ma decidere di farlo per una questione così delicata e spesso dolorosa come la fertilità mi sembra davvero ai limiti del cattivo gusto. La campagna mediatica sull’argomento mi ha indignata e allo stesso tempo incuriosita così ho letto tutto quello che c’era da leggere e visto tutto quello che c’era da vedere.
Slogan che ricordavano a noi donne che abbiamo una data di scadenza, come un pacco di biscotti, che ci ricordavano, se mai ce ne fosse bisogno, che l’orologio biologico non ci dà tregua
… insomma la solita solfa … anni di lotte femministe buttate alle ortiche… e io che immaginavo chissà che, non so ad esempio la sospensione per un giorno del reato di atti osceni in luogo pubblico, piazze affollate da giovani che inneggiano all’amore libero come i loro padri negli anni settanta. No, niente di tutto questo. Peccato, tutto sommato sarebbe stato più divertente e meno offensivo. Sì, perché mi sono sentita offesa da questa iniziativa, perché
ogni donna deve essere libera di fare ciò che vuole con la propria fertilità o infertilità che sia ed essere libera di scegliere se essere madre o meno.
Io sono tra le donne che hanno scelto di avere un figlio e che hanno avuto la fortuna e l’incoscienza per farlo. Ma non per tutte è così. Conosco donne che non possono avere figli, donne disposte a fare di tutto per diventare madri, donne che hanno tentato la strada dell’inseminazione artificiale, donne che per motivi economici questa strada non possono percorrerla, donne che combattono contro le lungaggini burocratiche delle adozioni, donne che a seguito di una malattia devono rinunciare alla maternità, donne che pur di mettere al mondo un figlio rinunciano a curarsi, donne che decidono di non mettere al mondo figli perché non possono mantenerli e donne che semplicemente non vogliono essere madri . E’ proprio perché esistono tutte queste donne, perché le rispetto tutte, non condivido questo Fertility Day.
Se è proprio necessario proclamare un giorno dedicato a qualcosa perché non optare per il Freedom Day? Sì, mi piace. Un giorno in cui tutti siano liberi di scegliere a cosa dedicare il proprio tempo: magari a leggere quel libro comprato mesi fa e che non si è riusciti ancora a leggere, a stare con la propria famiglia senza l’assillo delle mille cose da fare per il giorno dopo, a ritagliare un po’ di tempo per se stessi, a qualsiasi cosa purché non si leda la libertà e la dignità altrui. Anche perché, mi chiedo, a distanza di un anno questo Fertility Day, a cosa è servito?